Nel mio precedente articolo, ho parlato di come il caos possa portare a nuove opportunità di crescita, soprattutto quando si introduce un nuovo software gestionale. Oggi vorrei concentrarmi su un aspetto più specifico di questa trasformazione: le abitudini.
Visto che le cose non avvengono mai per caso, proprio in questi giorni ho finito di rileggere Atomic Habits di James Clear. E devo dire che mi ha fatto riflettere su quanto le abitudini siano fondamentali, non solo nella vita quotidiana, ma anche nel contesto lavorativo. Sono loro a darci stabilità e a permetterci di affrontare la giornata con una certa efficienza. Tuttavia, come ben spiegato nel libro, le abitudini possono anche trasformarsi in una barriera al cambiamento e all'innovazione.
Vi suona familiare la classica frase: “Abbiamo sempre fatto così”?
Clear ci insegna che le abitudini sono come sentieri tracciati nel nostro cervello: più li percorriamo, più diventano profondi e radicati. Ma quando arriva il momento di cambiare, come nel caso di una transizione a un nuovo sistema gestionale, questi percorsi devono essere ricalibrati. Questo può sembrare un ostacolo, ma è anche una straordinaria opportunità per innovare.
Nel suo libro, Clear propone un approccio interessante: invece di cercare di rivoluzionare le abitudini tutte in una volta, si possono ottenere grandi risultati attraverso piccoli cambiamenti, ciò che lui definisce "miglioramenti dell'1%". In un contesto aziendale, questo approccio può essere applicato alla formazione dei dipendenti, all'introduzione di nuove procedure, e persino alla gestione del cambiamento stesso.
Per esempio, quando si implementa un nuovo software, è importante non sovraccaricare i dipendenti con troppe novità contemporaneamente. Iniziare con piccole modifiche ai processi esistenti può aiutare a costruire fiducia e competenza, portando gradualmente l'intera organizzazione a un livello superiore di efficienza.
Un altro punto cruciale di Atomic Habits è l'importanza degli "inneschi", quei segnali che avviano una nuova abitudine. Nel contesto di un cambiamento aziendale, questi inneschi potrebbero essere rappresentati da un nuovo strumento che semplifica un compito, da una sessione di formazione che introduce un nuovo concetto, o anche dalla leadership che modella i comportamenti desiderati. Sì, perché, se chi guida dà il buon esempio, seguirlo diventa un'abitudine per tutti.
Quando ci si trova a gestire un cambiamento importante, come la sostituzione di un ERP, è cruciale mantenere la giusta prospettiva. La chiave per trasformare con successo le abitudini radicate è affrontare il cambiamento in modo incrementale, utilizzando strategie che rendano ogni piccolo passo un progresso tangibile. Lo so cosa stai pensando: “Facile a dirsi, certo, ma meno semplice a farsi”. Come sempre, si tratta di spunti di riflessione, non di realtà granitiche. Nel caso specifico, la sostituzione di un ERP, è un processo che richiede pazienza e costanza, ma i risultati sono duraturi, e l’occasione può essere sfruttata per portare a una cultura aziendale più innovativa e flessibile.
Quindi, se ti trovi a dover affrontare una fase di transizione, ricorda che il segreto non sta nei cambiamenti drastici, ma nei piccoli aggiustamenti costanti. In questo modo, le vecchie abitudini possono essere gradualmente sostituite da nuove pratiche che meglio rispondono alle esigenze del presente e, soprattutto, del futuro.
Vi saluto e #restoinascolto !
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